Il sistema moda inizia a scricchiolare oltreoceano. Ma le fratture americane sono tali da ramificarsi, e portare con sé profondi dubbi, nell’intero mondo del fashion.
La notizia del giorno riguarda Alexander Wang, uno dei (pochi) nomi di rilievo ancora presenti nel calendario delle sfilate americane. Lo stilista statunitense di origini taiwanesi ha comunicato che, dalla stagione primavera/estate 2018, abbandonerà la New York fashion week svelando le proprie collezioni a giugno e dicembre. Wang anticiperà i tempi, dunque, e integrerà gli eventi con quelli finora dedicati alle pre-collezioni.
La mossa di Wang mette in luce la crisi del sistema delle sfilate americano. Lo stilista è solo l’ultimo di un sempre più folto gruppo di brand, ultimi dei quali John Varvatos e Victoria Beckham, che hanno deciso di lasciare la Grande Mela. Rodarte e Proenza Schouler preferiscono sfilare durante la couture parigina, Altuzarra ha optato per il prêt-à-porter francese, Delpozo è volato a Londra e anche Thom Browne, Monique Lhuillier e Lacoste preferiscono allestire le loro sfilate nel Vecchio Continente.
Una situazione di cui, per la prima volta, ha preso atto in via ufficiale Steven Kolb, presidente e amministratore delegato del Council of fashion designers of America (Cfda), ha dichiaro a Wwd che non solo Wang, ma anche altri brand potrebbero scegliere di lasciare le date canoniche della Nyfw per eventi allestiti prima dell’estate così da far coincidere pre-collezioni e collezioni di sfilata in un unico momento.
Ma la decisione di Wang ha ripercussioni più profonde di quelle direttamente inerenti il calendario. Il New York Times parla di un’ansia crescente nei confronti di tutto ciò che si lega al sistema tradizionale della moda, ritenuto non idoneo alle tempistiche del mondo digitale. Partendo del fenomeno del ‘see now-buy now’ fino alle sempre più frequenti passerelle co-ed (in primis a Milano) e al proliferare di fashion week in giro per il mondo; tutto il sistema moda sembra sull’orlo di un cambiamento radicale. La frantumazione della New York fashion week potrebbe essere solo l’inizio di una mutazione di tempi, luoghi e protagonisti pronti a percorrere strade inesplorate in cerca di maggiori consensi, e qualche like in più.
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