Versace proietta nel futuro la lezione di Gianni
Per la sfilata uomo Donatella Versace sceglie di tornare in via Gesù, sede storica della griffe: un omaggio al fratello Gianni a 20 anni dalla morte, avvenuta nel luglio 1997. «Ho puntato su una dimensione più umana e intima» ha detto la stilista, senza timore di non essere capita dai Millennials, che dimostrano di non apprezzare solo l’estetica del marchio ma anche il suo dna.
In passerella, di fronte a un parterre «volutamente dimezzato», modelli che rileggono l’eredità creativa di quello che fu un innovatore ante litteram: tornano alla ribalta le greche, i rimandi alle maschere del teatro antico, i colori solari che Gianni amava. La stessa Donatella si presenta nel finale dello show con un abito en pendant. Niente nero, questa volta, per rendere omaggio al fratello in chiave gioiosa e non luttuosa.
Il classicismo da cui Gianni Versace ha attinto, modernizzandolo con la sua inconfondibile energia e sensibilità verso il nuovo, acquista contemporaneità anche grazie a dosate incursioni nell’urban e nell’active, dando vita a un mix perfetto anche - o soprattutto - per i giovanissimi.
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