Se vi siete chiesti perché nelle ultime settimane tutto il web sembra affetto da uno strano morbo che “congela” le personementre stanno facendo cose normalissime come scrollare lo smartphone, suonare uno strumento musicale, guidare un carrello della spesa, la risposta è il Mannequin Challenge, ovvero l’ultima arrivata tra le manie social che consiste nel farsi girare un video mentre si prova a stare fermi, come un manichino appunto, per svariati secondi.
il Mannequin Challenge pare sia nato il 26 ottobre 2016 in una scuola della Florida, con un video di poco più di mezzo minuto che mostrava gli studenti immobili, nella loro posa da manichini. Da allora spopola tra vip, celebrità, volti noti della Rete, comuni social addicted alla ricerca di un po’ di visibilità. Per avere un’idea della grandezza del fenomeno è necessario considerare che l’hashtag #mannequinchallenge è stato usato quasi 90mila volte solo su Facebook.
Le regole per partecipare al Mannequin Challenge, del resto, sono semplicissime: 1) farsi filmare mentre si prova a restare immobili nella posa scelta per la sfida (meglio, se si è in tanti, pensare a una sorta di coreografia ad hoc); 2) scegliere come sottofondo “Black Beatles” di Rae Sremmurd, anche se ormai la Rete sembra perdonare qualche variazione; 3) condividere, poi, il proprio Mannequin Challenge sui social, con hashtag e riferimenti del caso e il gioco è fatto.
PERCHÉ IL MANNEQUIN CHALLENGE PIACE AD ATLETI E SPORTIVI?
Ad aver risposto al Mannequin Challenge sono già stati molti sportivi. Per ragioni non meglio precisate, infatti, la sfida dei manichini sembra essere diventata presto virale nel mondo dello sport. Durante l’amichevole Inghilterra-Spagna del 15 novembre 2016 a Wembley, per esempio, i padroni di casa hanno celebrato il goal di Jamie Vardy con tanto di pose e coreografie.
La risposta della nazionale spagnola non si è fatta attendere: già negli spogliatoi i calciatori, infatti, hanno “accettato” la sfida, trasformandosi in manichini nell’atto di fare riscaldamento, studiare lo schema tattico per la partita, etc.
Uno dei Mannequin Challenge più amato, stando almeno a visualizzazioni e condivisioni, è quello di Cristiano Ronaldo e della nazionale di calcioportoghese: congelati nell’atto di indossare i pantaloncini della divisa, scattare un selfie, allacciare le scarpette, i giocatori portoghesi fanno da spalla a un altrettanto immobile Cristiano Ronaldo nella classica posa dell’esultanza.
Quanto al campionato italiano, anche i giocatori della Juventus sembrano essersi fatti contagiare dalla Mannequin Challenge mania: i bianconeri hanno scelto la palestra come set per la loro sfida (condivisa, tra l’altro, dagli account social ufficiali) restando immobili sugli attrezzi. Ben più scenografico, invece, il Mannequin Challenge dei Perth Wild Cats, una squadra di basket australiana che durante una partita con una squadra neozelandese ha coinvolto nella “sfida” gli oltre 11mila spettatori dell’arena.
ANCHE I VIP DIVENTANO MANICHINI
Sono i Mannequin Challenge delle celebrità, però, che hanno attirato di più l’attenzione sulla nuova mania social. Ci sono cascati (quasi) tutti: da Beyoncé che ha coinvolto nella sua sfida del manichino anche Kelly Rowland e Michelle Williams delle Destiny’s Child, ad Adele da molti considerata la vera vincitrice della sfida con il suo Mannequin Challenge dai toni seppia e dal mood un po’ malinconico perfettamente in linea col “brand” Adele, passando per un solitario Paul McCartneyal pianoforte.
Tra i Mannequin Challenge più particolari? Quello di Hillary Clinton: condiviso in occasione dell’election day, l’ormai ex candidata democratica invitava gli americani a non fare lo stesso, a non restare immobili come manichini e ad andare a votare per le presidenziali del 2016. Se lo scopo concreto (e utilitaristico) del Mannequin Challenge della Clinton era evidente, tutt’altro spirito sembra avere quello diMichelle Obama che, più abituata a una comunicazione social e smart, si è prestata volentieri a fare da spalla a una squadra di basket del NBA invitata alla Casa Bianca.
Quello che forse tutti non sanno rispetto al Mannequin Challenge? È più di una semplice moda passeggera. I più attenti, infatti, non avranno difficoltà a cogliere nella sfida dei manichini citazioni da alcuni classici del cinema e della sci-fi. I fan di X-Men avranno riconosciuto, per esempio, la scena in cui Quicksilver corre attraverso dozzine di persone e oggetti “congelati”, sulle note di “Time in a Bottle” di Jim Croce. Per i più puristi, invece, sembra ci si ispiri a Matrix: qui per la prima volta, infatti, viene sperimentato un effetto visivo in grado di dare l’impressione che qualcosa si stia muovendo – o meglio, qualcuno: Neo in questo caso specifico – mentre tutto il resto rimane immobile. Allora servirono, come spiega Mashable, oltre 120 camere, di cui due ad hoc per la stop-motion, e si dovette usare l’interpolazione digitale per ottenere l’effetto “congelamento”. E pensare che, oggi, per realizzare un Mannequin Challenge basta uno smartphone e (tanta) creatività.
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